
Tra gli elementi introdotti negli ultimi anni da sempre più aziende (gradi o piccole che siano) per promuovere il benessere di lavoratori e dipendenti, i fringe benefit rappresentano certamente alcuni degli elementi di maggior interesse.
Nel termine (traducibile in italiano come “benefici accessori”) rientrano tutta quella serie di beni, servizi e compensi che però non comportano il versamento o la ricezione di somme di denaro. Questo vengono riconosciuti su base volontaria dall’azienda al lavoratore, e vanno ad aggiungersi alla retribuzione.
Alcuni di questi variano per tipologia di lavoro e incarico e sono correlati alla funzione specifica del lavoratore (dirigente, dipendente in presenza o in smart working, pendolare ecc.) e mirano a facilitare lo svolgimento delle attività lavorative e delle mansioni, mettendo a disposizione beni e accessori o sollevandolo dal sostenere alcune spese definite. Altre invece sono riconosciute a tutti i dipendenti della stessa azienda, purché si rispettino alcuni requisiti minimi.
Come facile intuire, i fringe benefit rappresentano una delle azioni concrete per sostanziare politiche di welfare aziendale apprezzate e considerate utili e desiderabili dai dipendenti, che vedono in essi un importante fattore per il miglioramento della produttività e della qualità della vita e del lavoro. Non a caso, molte aziende tendono a mostrare il valore dei benefit offerti già in fase di selezione e raccolta delle candidature. L’offerta di fringe benefit particolarmente utili e generosi può fare la differenza nell’ingaggio di nuovi talenti per la propria azienda.

Fringe benefit 2021, cosa sono e come funzionano questi incentivi
Come detto prima, i fringe benefits adottabili dalle aziende variano molto per tipologia e possono riguardare sia agevolazioni volte a facilitare lo svolgimento delle attività lavorativa sia benefici accessori di cui i collaboratori possono liberamente usufruire nell’ambito della propria sfera privata e famigliare. Nel dettaglio, esistono tre modalità principali di erogazione e fruizione dei fringe benefits:
- uso aziendale: in questo caso, il bene o servizio viene erogato dall’azienda per essere utilizzato esclusivamente in ambito lavorativo;
- uso promiscuo: il dipendente che riceve il benefit può utilizzarlo liberamente sia per fini lavorativi sia per scopi privati o personali;
- uso personale: in questo caso, il lavoratore può usufruire del servizio esclusivamente al di fuori dell’ambito professionale, per soli fini personali.
Esistono infatti molte tipologie di fringe benefit:
- Buoni pasto
- Veicoli aziendali
- Dotazione informatica, pc e smartphone
- Voucher e Buoni regalo
- Rimborsi per eventuali spese sostenute nello svolgimento delle proprie mansioni
- Convenzioni con centri fitness o studi estetici
- Convenzioni con studi dentistici o oculistici
- Borse di studio
- Corsi di aggiornamento
- Corsi di lingue erogati da istituti riconosciuti
- Alloggi in locazione
- Borse di studio riservate ai figli dei dipendenti;
- Accensione di un mutuo a tassi agevolati;
- Polizze per la previdenza complementare;
- Stock options aziendali tipiche nelle società quotate.
Vediamone alcuni nel dettaglio.
Esempi di Fringe benefit 2021 più diffusi
Buoni pasto
Il più comune fringe benefit è rappresentato dalla possibilità di accesso alla mensa aziendale a prezzi agevolati. A seconda della politica offerta dall’azienda, l’accesso alla mensa non preclude il diritto a maturare anche i buoni pasto, con i quali a volte è possibile effettuare il pagamento.
Un altro esempio diffusissimo e particolarmente apprezzato è il “buono pasto” spendibile presso bar e ristoranti, ma anche nei supermercati e strutture convenzionate con l’azienda e abilitate a ricevere i pagamenti in questa forma. Il valore dei buoni varia molto da azienda ad azienda, oscillando oggi tra i 2 e i 15 euro. Questi possono essere erogabili sia tramite buoni cartacei (da firmare e consegnare all’esercente) sia in forma elettronica. In questo caso, l’azienda “carica” mensilmente i buoni pasto su una Smart Card (simile in tutto e per tutto alle normali carte bancomat con chip di uso comune) che viene utilizzata in cassa per effettuare i pagamenti. Il valore di un singolo buono deve essere consumato per intero e non è mai riscattabile o convertibile in denaro. Se esiste una differenza tra il valore del buono e il totale da pagare, questo deve essere aggiunto separatamente. In base agli accordi aziendali, è possibile l’utilizzo multiplo di più buoni (che possono ad esempio ricoprire l’importo totale della spesa al supermercato); viceversa, possono sussistere accordi che prevedono il diritto a spendere un solo buono al giorno. Sempre sulla base dell’accordo aziendale, possono inoltre esistere limitazioni di spesa a secondo del genere (escludendo, ad esempio, gli alcolici o i prodotti per l’igiene della casa, o la cartoleria). Il loro utilizzo è riservato al titolare nominale del buono. Come Sancito dalla Legge di Bilancio 2020 i buoni pasto cartacei sono esenti da tassazione fino al valore massimo di 4 euro. L’esenzione sale a 8 euro per i buoni elettronici.
Veicolo aziendale
Un altro esempio di beneficio considerato particolarmente importante è rappresentato dal fringe benefit auto, ossia la possibilità di utilizzo di un’auto o un veicolo aziendale: questo benefit di solito è riconosciuto solo ad alcune categorie di dipendenti, che di solito ricoprono figure apicali e manageriali oppure, proprio per lavoro, possono avere necessità di muoversi in macchina per diverso tempo e ricoprire distanze significative. Di solito, il veicolo aziendale è concesso per un utilizzo aziendale o promiscuo, e può quindi essere utilizzata anche per fini privati. La concessione per utilizzo esclusivamente personale è invece più rara. L’auto aziendale può inoltre essere accompagnata dal rimborso di determinate quote di spesa benzina, mentre sono di solito completamente coperte spese per manutenzione del veicolo, assicurazione, tasse e interventi straordinari.
Telefono, computer o tablet aziendale
Tra i fenomeni principali legati alla recente emergenza pandemica (purtroppo ancora in corso) si registra la fortissima crescita dello smart working per diverse categorie di lavoratori. Questo ha spinto molte aziende a fornire ai propri dipendenti tutti gli strumenti informatici e digitali necessari per lavorare da casa, permettendo di rimanere in connessione con i colleghi. La necessità di garantire la sicurezza delle reti aziendali ha però portato molte aziende a chiedere ai propri dipendenti di non utilizzare device personali ma solo quelli forniti dalle aziende, su cui vengono precaricati tutti i software necessari e le chiavi di accesso alle reti protette. Questi fringe benefit vengono erogati per uso aziendale e solo se specificato il dipendente potrà farne anche un uso promiscuo.
Voucher e buoni regalo
I voucher e i buoni regalo sono forniti al dipendete per effettuare acquisti nei negozi fisici o online. Tra i più diffusi elenchiamo i buoni carburante, spendibili in quasi tutte le catene di distribuzione. Proprio come per i buoni pasto, i voucher sono nominali e non cedibili.
Borse di studio
Interessante l’offerta di borse di studio ai figli di dipendenti e collaboratori, volti ad aiutare le famiglie nel sostentamento delle spese legate all’istruzione superiore. Spesso queste vengono riservate agli studenti che si dimostrano particolarmente eccellenti e più meritevoli, ma sulle regole d’accesso ogni azienda è libera di introdurre un regolamento proprio.
Corsi di aggiornamento e corsi di lingue
Persegue sull’obiettivo di favorire lo studio e l’aggiornamento professionale continuo anche l’offerta di corsi di aggiornamento professionale, che vanno ad aggiungersi ai corsi e alla quota di ore di formazione obbligatorie per legge: un benefit, questo, sempre più importante nel 2021, visto il continuo mutare delle skill e delle competenze richieste sul posto di lavoro. Rientrano tra i fringe benefit anche i corsi di lingue, che possono essere erogati sia durante le ore di lavoro sia in altre giornate a discrezione del lavoratore. Le lezioni possono svolgersi presso la sede dell’istituto che eroga il corso o possono essere ospitate nella struttura aziendale, se presenti spazi adeguati.
Alloggi in locazione
Diverse aziende offrono ai lavoratori in posizione apicale la disponibilità di un immobile dove alloggiare. Si tratta, solitamente, di immobili di proprietà della stessa azienda, che sono offerti secondo diverse possibili modalità: comodato, uso, locazione. Gli alloggi possono essere offerti ai dipendenti in locazione a presso agevolato o anche in comodato d’uso.
Mutui e prestiti agevolati
Grazie alla convenzione con alcuni istituti di credito e banche, molti lavoratori possono accedere a mutui a tassi agevolati o usufruire di finanziamenti con condizioni vantaggiose. In taluni casi il finanziamento può essere erogato dalla azienda stessa.
Convenzioni con centri fitness e centri estetici.
L’obiettivo di sostenere il benessere del lavoratore ha spinto la domanda e l’offerta di convenzioni dedicate e benefit specificamente dedicati al welfare. In realtà, questa modalità si sta estendendo anche ad ambiti non legati necessariamente al benessere fisico, per cui molte aziende stanno attivando convenzioni con cinema, librerie, musei e teatri.
Convenzioni con studi dentistici o oculistici
Le convenzioni con studi dentisti o oculistici (ma esistono sempre più categorie di specializzazioni mediche interessate) è certamente tra i benefit più apprezzati, anche grazie al fatto che spesso sono estendibili a diversi membri della famiglia: figli, congiunti, genitori anziani. La copertura delle spese mediche può essere totale o parziale, e può richiedere l’attivazione di particolari procedure di autorizzazione preventiva o rimborso. Qualora si volesse usufruire delle detrazioni delle spese mediche in dichiarazione dei redditi, andrà segnalata la quota coperta dalla convenzione e la detrazione sarà operata solo sulla parte di spesa sostenuta dal lavoratore, secondo i tetti e i minimi vigenti.
Polizze per la previdenza complementare
Ai dipendenti di aziende appartenenti a specifici settori viene offerta la possibilità di stipulare polizze di previdenza complementare decidendo poi in che forma effettuarvi i versamenti.
Rimborsi spese
Anche questi fringe benefit sono molto diffusi e riguardano in particolare i lavoratori che viaggiano spesso per motivi di lavoro e si trovano a sostenere spese di sostentamento o di rappresentanza che non sono predeterminate con precisione. I rimborsi di queste spese possono avvenire in busta paga o, secondo accordi, sotto forma di voucher.
Stock options
Le imprese quotate in borsa possono decidere di attuare forme di coinvolgimento e partecipazione dei dipendenti nella società, offrendo pacchetti di stock options a prezzo agevolato.
Valore, soglia e tassazione dei fringe benefits
I fringe benefits sono considerati dal fisco come una forma di retribuzione a tutti gli effetti che va a sommarsi alla retribuzione principale, quindi concorrono alla formazione del reddito che viene tassato dell’azienda, sia del lavoratore dipendente. Per questo è importante calcolarne la soglia complessiva raggiunta dai fringe benefits di cui si ha diritto.
La principale distinzione sul valore si opera sul c.d. “valore normale” o sul “Valore convenzionale”:
- il valore normale è equivalente al prezzo praticato in media per i beni o servizi dello stesso tipo, nel momento e nel luogo in cui questi beni e servizi sono acquistati, o nel periodo più prossimo.
- il valore convenzionale è utilizzato solo per alcune categorie di fringe benefits (come il veicolo aziendale o gli alloggi in locazione); per stabilirlo, si sommano diversi valori stabiliti quali il costo chilometrico (fissato da ACI) o dal differenziale tra rendita catastale e importo effettivamente corrisposto per il godimento.
È importante sottolineare come l’offerta di fringe benefit ai dipendenti non rappresenti semplicemente un investimento sui dipendenti ma vada anche ad attivare una serie di benefici fiscali per le aziende: Il Decreto Sostegni 2021 ha confermato il raddoppio della soglia entro la quale i fringe benefit non costituiscono reddito per il lavoratore: anche per il 2021, così come per il 2020, l’importo limite è fissato a 516,46 euro, il doppio rispetto l’abituale soglia di 258,23 euro.