
Nel Settembre del 2015 all’assemblea Generale dell’ONU, è stata firmata l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile proponendo 17 obiettivi aventi come temi principali quello sociale, economico, ambientale e la governance del sistema. Da qui si è iniziato a parlare sempre di più di Politiche ESG soprattutto in ambito delle imprese.
Sostenibilità reale contro greenwashing
Il tema della sostenibilità ambientale è diventato negli ultimi anni un argomento imprescindibile per tutti, dalle realtà pubbliche a quelle private, tutti sono orientati verso delle politiche ecologiche, di inclusione e sostenibilità economica, perché il pianeta è di tutti e il tempo per invertire la rotta dei comportamenti sbagliati è poco. Ecco che quindi si parla sempre più di ESG, acronimo di: Enviromental, Social and Governance.
Le imprese sono orientate così a fare investimenti e riorganizzare le procedure aziendali a favore di un cambiamento che produca comportamenti green del personale e della produzione e che migliori la qualità della vita dei dipendenti per favorire un buon work life balance. Un cambiamento profondo e non di facciata, non parliamo quindi di greenwashing ma di una consapevolezza maturata e poi applicata sui nuovi valori condivisi a livello globale.

Politiche ESG obbligatorie e volontarie
Dal punto di vista normativo esistono degli obblighi che impongono alle aziende delle politiche ESG, in particolare facciamo riferimento ai decreti legislativi 231 (responsabilità penale delle organizzazioni) e 254 (obbligo di rendicontazione non finanziaria).
Le due norme hanno la finalità di rendere sempre più connessi i sistemi di gestione aziendale in un approccio di massima trasparenza e garanzia per clienti e fornitori. I sistemi di gestione e controllo hanno quindi creato aree di osservazione proprio per prevenire eventi rivelatisi in questi ultimi anni particolarmente dannosi con un range che va dalla sicurezza del lavoro ai reati ambientali.
L’approccio volontario invece, si basa sul rispetto di una serie di norme o standard internazionali in cui l’organizzazione si rivede e a cui decide di aderire spontaneamente. Tra queste le certificazioni ambientali e sociali, la rendicontazione trasparente e i bilanci di sostenibilità.
Lo stesso PNRR prevede finanziamenti per 221,1 miliardi di euro, di cui 191,5 miliardi dal Recovery Fund e 30,6 miliardi di risorse interne, da impiegare entro il 2026 in investimenti per il contrasto al cambiamento climatico (40%), in coesione sociale (10%) e il 27% in digitalizzazione. Ciò si traduce in investimenti in:
– transizione verde;
– crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;
– salute e resilienza dell’economia, delle istituzioni, sociale;
– progetti dedicati ai giovani;
– coesione sociale e territoriale;
– trasformazione digitale;
Il ruolo delle aziende
L’applicazione delle norme, e ancor più dei valori adottati spontaneamente dalle imprese, si realizza in politiche di supporto ai lavoratori. Ad esempio per avere un forte impatto sull’ambiente e ridurre le emissioni dei gas di scarico delle automobili si può adottare lo smartworking per più giorni a settimana oppure si possono generare vantaggi sociali (accesso al mercato del lavoro a determinate categorie) nel momento in cui al lavoratore viene dato supporto nella gestione dei carichi di lavoro familiari.
Ad esempio con il nostro servizio Carefinder, la piattaforma per i dipendenti delle aziende pensato per individuare assistenti familiari selezionati in maniera facile ed intuitiva, ci proponiamo come supporto per le aziende che vogliono essere più inclusive, garantendo ai dipendenti una “work life integration” equilibrata.
Dal punto di vista, poi, dei sostegni alla famiglia, sono tante le iniziative che producono ottimi risultati già in alcune aziende, come avere nidi all’interno delle strutture o prevedere delle agevolazioni economiche perché i lavoratori con figli possano accedere ai nidi con una tariffa agevolata. In tal modo si dà la possibilità anche ai genitori di lavorare con serenità, senza essere discriminati. Un vero sistema quindi di welfare aziendale che non solo è consigliabile da adottare, ma è proprio agevolato anche dal PNRR.
Una tendenza quindi che le aziende possono seguire, per un cambiamento radicale, profondo, ponderato e voluto. Una nuova rivoluzione è in atto, e cambierà sempre più il modo di percepire il lavoro e la nostra stessa vita in relazione con l’ambiente e la società.