
Se sei una persona che suddivide la sua quotidianità tra la cura dei figli, gli impegni lavorativi, la vita personale e l’accudimento, sia fisico che finanziario, di familiari anziani o con disabilità, allora fai parte di quella fetta di popolazione che rientra nel sandwich caring.
Nel 1982 l’assistente sociale americana Dorothy Miller utilizzò nel suo libro il termine ‘generazione sandwich’ per individuare tutte quelle persone che ad un certo punto della loro vita si trovavano schiacciate, per l’appunto, tra le numerose necessità di una generazione giovane (i propri figli) e una anziana (i propri genitori), entrambe non autosufficienti.
La questione del sandwich caring, infatti, non riguarda solo un paese così fortemente legato all’idea di famiglia come è l’Italia, ma abbraccia numerose culture arrivando a definire a livello globale un nuovo ruolo all’interno del contesto sociale.
I servizi che la sandwich generation fornisce possono riguardare l’assistenza alla persona nella attività di routine quotidiana (preparazione dei pasti, acquisto di beni di prima necessità, risoluzione di problemi casalinghi), assistenza medica, finanziaria, ma soprattutto emotiva.
Chi riveste il ruolo del sandwich caring
Secondo uno studio ISTAT, in Italia, oltre 15 milioni di persone ricoprono il ruolo di sandwich caring.
Nonostante l’andamento del 2020 che vede un accrescimento della partecipazione maschile all’interno del nucleo familiare, nella cura della casa, dei figli e delle mansioni domestiche (ISTAT – Rapporto Annuale 2020), sono per lo più donne, tra i 40 e i 50 anni, che si ritrovano coinvolte in questo ruolo. Donne lavoratrici, inoccupate, figlie, madri che suddividono il proprio tempo e le proprie energie tra il lavoro, la cura, l’educazione e il mantenimento dei propri figli e al tempo stesso dei propri genitori, uno o entrambi, anziani che necessitano di attenzioni e sussidio, spesso anche 24 ore su 24.

Ogni giorno, dunque, queste caregiver sono costrette a destreggiarsi tra più ruoli senza poter venir meno al proprio impegno lavorativo, in termini di tempo e di attenzione. Ancor più difficoltoso per le donne che sono sole all’interno di un nucleo familiare, senza fratelli e/o sorelle con cui suddividere e alleggerire il peso comportato da questi impegni.
Le conseguenze del sandwich caring
L’attività di caring può arrivare ad occupare gran parte del proprio tempo libero, in una stima temporale che va dalle 20 alle 30 ore settimanali. Tempo che viene completamente impiegato per soddisfare le necessità di altre persone.
Questo ruolo di componente familiare onnipresente causa spesso l’insorgere di emozioni contrastanti di orgoglio, felicità, sensi di colpa, ansia. Il desiderio e il senso del dovere di prendersi cura dei propri cari è così impellente da ridurre al minimo le attenzioni che anche il proprio corpo e la propria mente richiedono, arrivando ad ignorare completamente le proprie necessità, perché ritenute superflue e ininfluenti.
Tutte queste pressioni, inoltre, possono essere causa di stress, burnout e depressione da parte del sandwich caregiver, sopraffatto dall’enorme volume di compiti quotidiani. Queste condizioni psico-fisiche sono spesso dovute ad una incapacità nel ricoprire tale ruolo: una persona anziana può richiedere delle attenzioni specifiche, soprattutto per ciò che concerne la cura fisica, che una persona più giovane può non essere preparata ad assolvere. Allo stesso tempo tutti questi impegni possono incidere sul tempo che viene dedicato ai figli suscitando un senso di inadeguatezza nella propria figura di genitore. Una delle conseguenze adottate per sopperire a tutti questi impegni coincide spesso con l’abbandono o la riduzione dell’attività lavorativa.
Sandwich caring e lavoro: come conciliare i due aspetti
Una delle conseguenze maggiormente riscontrate è stato proprio l’abbandono o la non ricerca di lavoro, soprattutto da parte della popolazione femminile. Tra le cause incidono gli orari di lavoro troppo rigidi o lunghi, il tempo necessario per raggiungere il posto di lavoro, la scarsa disponibilità del datore e/o dei colleghi, fattori spesso inconciliabili con chi ha in carico anche la cura di uno o più familiari.
Dall’altra parte anche il datore di lavoro può riscontare una perdita di attenzione e partecipazione da parte del proprio dipendente.
Per far fonte a queste necessità LianeCare, con i suoi servizi dedicati interamente al Caring, si propone proprio di colmare questo divario creando e favorendo un dialogo tra datori di lavoro e i suoi dipendenti.
Attraverso TalkNow è possibile attivare un servizio di counseling a distanza per il benessere psicologico del dipendente caregiver. Il servizio è svolto da psicologi e psicoterapeuti qualificati, è erogato anche a distanza e in lingua straniera.
Inoltre LianeCare ha attivato Carefinder la piattaforma per i dipendenti delle aziende pensata per individuare assistenti familiari selezionati (badanti, baby-sitter, pet-sitter) in maniera facile ed immediata. La piattaforma è dedicata ai dipendenti delle aziende che possono usufruirne per individuare assistenti selezionati e appositamente formati a seconda delle esigenze della famiglia.
Caregiver: come ricoprire al meglio questo ruolo
Per liberarsi dalla sensazione di soffocamento causata da questi impegni bisogna innanzitutto volerlo. È importante essere consapevoli che la rinuncia, a favore di personale qualificato, o la riduzione del tempo che questo ruolo ci richiede, non è sinonimo di fallimento, ne tanto meno di mancanza di dimostrazione di affetto.
Decidere di tornare a dedicare maggior tempo e attenzioni alla cura della propria persona, della relazione di coppia o della crescita dei propri figli non fa altro che apportare benefici sulla qualità del tempo che potremmo trascorrere insieme ai cari che necessitano di maggiori cure.Imparare a riconoscere una difficoltà è il primo passo per affrontarla. Per questo Liane Care ha sviluppato anche una CareAcademy: percorsi di formazione a sostegno dei caregiver aziendali. Tra gli obiettivi ci si propone di fornire strumenti che favoriscano la comunicazione, la conoscenza del ruolo di caregiver, la gestione di condizioni psico-fisiche dovute a malattie, lutti, stress e ansie fino anche agli aspetti giuridico-amministrativi.
Per qualsiasi ulteriore spunto, domanda o ispirazione, siamo a tua disposizione! Contattaci su info@lianecare.com o chiama il numero 800.344.202