03 Maggio 2023 |

Welfare aziendale 2023, quali sono le novità rispetto al 2022

L’inflazione dilagante, la guerra che coinvolge l’Ucraina e il rincaro dei prezzi in bolletta nel 2022 hanno reso necessaria l’introduzione di interventi straordinari per supportare cittadini e organizzazioni, come l’aumento dei fringe benefit fino a 3.000 euro, in virtù del decreto Aiuti Quater. Parliamo di un incremento esponenziale, considerando il tetto precedente di 258,23 euro, innalzato successivamente a 600 euro con l’Aiuti Bis.

L’esenzione faceva riferimento a tutti i beni e servizi, in ambito welfare, che non contribuiscono a formare il reddito di lavoro dipendente, comprese le quote erogate ai lavoratori per pagare le bollette di luce, acqua e gas.

Questi interventi rappresentano un valido riconoscimento del valore sociale del welfare aziendale, nonché strumenti progettati per favorire l’aumento del potere d’acquisto dei lavoratori in un momento storico di forti difficoltà.

Tuttavia, l’innalzamento più recente è rimasto in vigore fino al 31 dicembre 2022, senza giungere a una riconferma per quest’anno: al momento, infatti, la soglia di esenzione fiscale rimane fissata a 258,23 euro per i fringe benefit.

La soglia di deducibilità è sicuramente raddoppiata negli anni, senza considerare tuttavia misure strutturali in materia. I fringe benefit possono essere, dunque, strumenti vantaggiosi per molte imprese, adottabili anche da quelle più piccole poco strutturate, ma c’è il rischio che queste misure vengano effettivamente impiegate come una sorta di compensazione della retribuzione e non come un’opportunità di accesso ai servizi sociali.

Emmanuele Massagli, Presidente di AIWA, evidenzia come, nella Legge di Bilancio non ci siano evidenti cambiamenti in riferimento ai fringe benefit che, invece, necessitano di una soglia coerente con il valore medio dei piani welfare.

In relazione alla Legge di Bilancio 2023, la novità riguarda esclusivamente l’abbassamento dell’aliquota sostitutiva del premio di risultato, che scende dal 10% al 5%, mentre il Decreto Trasparenza offre la possibilità di fornire ai dipendenti un bonus carburante fino a 200 euro che non contribuisce a formare il reddito ed è totalmente deducibile dal reddito di impresa.

Termometro welfare nel 2023 

La Legge di Bilancio 2023, dunque, sembra non trattare sufficientemente il capitolo welfare, terminato positivamente nel 2022. Si tratta di una scelta che genera non poche perplessità, dato che il welfare aziendale rappresenta uno degli istituti della gestione del personale che è cresciuto di più recentemente, sebbene ci siano state evidenti difficoltà, legate alla crisi pandemica ed energetica e allo shock inflattivo, che hanno messo in ginocchio imprese e famiglie.

Numerose organizzazioni, infatti, hanno deciso di introdurre piani di welfare aziendale. Una decisione positiva, perché rileva una maggiore consapevolezza da parte dei manager delle PMI verso la tematica. Si tratta di una presa di coscienza derivante da una più chiara comprensione delle esigenze dei dipendenti, consentendo loro di aumentare il potere di acquisto.

Il welfare Index PMI 2022, evidenzia questo trend, oltre a confermare quanto il welfare sia capace di migliorare il livello di innovazione dei modelli di servizio in ambito welfare, dalla sanità all’assistenza e alle misure di inclusione sociale. Il welfare, quindi, continua a fare passi da gigante anche tramite la conversione dei premi di risultato detassabili: più del 68% delle piccole e medie imprese italiane supera il livello base. Non parliamo solo di grandi organizzazioni, anche le microimprese sembrano puntare al welfare: +15% nel 2022 rispetto al 7,7% del 2017.

È necessario, dunque, oltrepassare la logica emergenziale per valorizzare complessivamente il welfare aziendale. Per esprimere il potenziale sociale dei piani strutturati in questo senso bisognerà operare un’espansione dei beni e servizi a favore dell’integrazione tra vita professionale e personale, della salute e della dimensione genitoriale. 

D’altronde, a beneficiare degli interventi di welfare sono sia le organizzazioni che i lavoratori dipendenti: da una parte, le imprese possono abbattere i costi del lavoro rispetto agli importi erogati ai propri collaboratori in busta paga, migliorare la brand identity e la reputazione aziendale; dall’altra, i lavoratori possono aumentare il potere d’acquisto e usufruire di un maggior numero di servizi a favore delle loro famiglie.

Oggi, i lavoratori decidono di rimanere o meno in un’azienda anche in base alla capacità della stessa di fornire migliori opportunità di integrazione tra vita privata e professionale, al punto che questa esigenza di bilanciamento è diventata ormai prioritaria rispetto allo stipendio offerto.

ISTAT conferma che sono stati 8 milioni gli italiani che hanno scelto di abbandonare il proprio lavoro dopo la pandemia, mentre i dati di Gallup, che misura lo stato di soddisfazione dei lavoratori nel mondo, specificano che solamente il 21% dei lavoratori è soddisfatto del proprio lavoro

Le motivazioni principali di questa tendenza dipendono essenzialmente dall’insoddisfazione dei lavoratori e nell’incapacità delle imprese di creare ambienti di lavoro a misura di persona.

LianeCare, in tal senso, rappresenta l’unica piattaforma digitale per la piena integrazione tra vita lavorativa e professionale. Creare ambienti di lavoro inclusivi, fornire soluzioni concrete che possano supportare il lavoratore nel raggiungimento dei propri obiettivi, è il primo passo per generare ecosistemi aziendali completi, laddove la valorizzazione della persona  e delle esigenze di integrazione tra vita privata e professionale venga considerata primaria per il successo di qualsiasi business.

La piattaforma consente di comprendere come i datori di lavoro possano pervenire a una riduzione dei costi specularmente all’aumento della produttività aziendale, mettendo in rilievo i bisogni di ogni dipendente. I pacchetti di Self Care, Premium Care e Family Care offrono molteplici soluzioni per sostenere i propri collaboratori nella gestione delle responsabilità quotidiane. Tra queste, è possibile accedere a un supporto psicologico dedicato che prevede tre sedute, nonché a oltre 40 ore di formazione psicoeducativa per affrontare le difficoltà quotidiane con serenità. 

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