06 Marzo 2022 |

Welfare aziendale in busta paga, premi produzione, tassazione

Chi lavora nelle Risorse Umane sa bene quanto un buon welfare aziendale sia in grado di accrescere la produttività dei dipendenti. Prevedere dei benefit e premi per i lavoratori è  infatti un modo intelligente per valorizzarli, motivarli, fidelizzarli. Vediamo quali tipologie sono tra le più usate e quali differenze vi sono tra di esse.

Tassazione premio in busta paga

Molti datori di lavoro ritengono che un buon modo per premiare un collaboratore efficiente che ha portato a termine un progetto lavorativo in modo soddisfacente, sia una remunerazione maggiore in busta paga. Parliamo quindi di strumenti di incentivazione che usano i datori di lavoro e che la Human Resource conoscono bene. In genere si tratta di una somma maggiore rispetto al normale compenso prestabilito e che è proporzionale rispetto a determinati parametri, che possono essere il numero di clienti acquisiti, il beneficio che il lavoro del dipendente ha generato per l’azienda, il numero di unità prodotte o la riduzione dei costi di produzione. In merito a questo, la Legge di Bilancio 2017 è intervenuta sul regime fiscale dei premi di incentivazione.

Entro il massimo di 3.000 euro gli importi riconosciuti per la partecipazione agli utili dell’impresa sono assoggettati ad un’imposta sostitutiva del 10 %. Per poter accedere alla tassazione agevolata, il dipendente a cui si andrà a dare il premio di incentivazione, non dovrà superare la somma di 80.000 euro percepiti come reddito nell’anno precedente. Se però la somma risulta essere in eccedenza rispetto a questo paramento allora verrà sommato al reddito annuale e assoggettato all’aliquota ordinaria IRPEF. Ciò comporterà per l’azienda una tassazione simile a quella del reddito normale, con i costi dei contenuti previdenziali e i vari oneri dovuti al costo del lavoro.

Tassazione bonus aziendali

Diverso è il discorso nel caso in cui il datore di lavoro valuti di convertire questo premio aziendale in benefit e servizi welfare. In questo caso i vantaggi fiscali per l’azienda sono tanti. La legge di stabilità del 2016 ha previsto questa situazione, per cui i collaboratori possono decidere di convertire il premio produttività in servizi e benefit, del tutto o in parte, lì dove il contratto lo permetta. Tale conversione è vantaggiosa in quanto il benefit o servizio welfare non va a sommarsi al reddito complessivo, non è assoggettabile ad aliquota del 10% e quindi, sostanzialmente non produce oneri fiscali per l’azienda che anzi si ritrova a poter rendere deducibile questa spesa ai fini IRES. Uno strumento di incentivazione che va quindi a soddisfare da entrambi i lati gli attori della scena. Da un lato abbiamo un dipendente valorizzato a cui viene riconosciuto il lavoro con un benefit o servizio a lui utile, dall’altro abbiamo l’impresa o il datore di lavoro che non si ritrova l’ennesimo costo del lavoro. Si ha così un’ottimizzazione che agisce sul cuneo fiscale.

Ovviamente la richiesta della conversione del premio di produzione deve essere fatta espressamente dal dipendente.

Categorie di benefit e servizi welfare

L’articolo 51 del TUIR – ai commi 2, 3, 4 specifica quali sono le categorie di benefit che possono essere erogate e che non contribuiscono a formare il reddito e come sono raggruppate:

  • Assistenza medica
  • Previdenza integrativa nel caso in cui il lavoratore voglia investire il credito welfare in un fondo di previdenza complementare con limite annuo di 5.164,37 € perché non si sommi al reddito.
  • Rimborsi per le spese scolastiche, rette degli asili, acquisiti di materiale scolastico, assistenza agli anziani, spese per il trasporto pubblico
  • Benefit aziendali compresi di buoni acquisto con il limite di 258,23 euro, oltre cui importo è soggetto a tassazione e buoni pasto che sono esenti da tassazione fino a 4 euro al giorno per i buoni pasto cartacei, ed 8 euro giornalieri per i buoni elettronici.

Vantaggi del welfare aziendale per dipendenti e datori di lavoro

Sostanzialmente, come abbiamo visto, sia il lavoratore che il datore di lavoro, attraverso i benefit e servizi welfare aziendali, traggono vantaggi, questi possono essere riassunti in:

  • Aumento del potere di acquisito del dipendente tramite sconti, promozioni, convenzioni, benefit e servizi detassati
  • Ottimizzazione per l’azienda del vantaggio fiscale come previsto dall’art. 51 e 100 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi
  • Ottimizzazione per il dipendente che riceve per intero il suo premio aziendale in servizi
  • Miglioramento del clima aziendale (diminuzione di assenteismo e di turnover).

Il welfare aziendale diventa così uno strumento utile e soddisfacente per entrambe le parti.

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